Martin Scorsese

Oggi, alla vigilia del suo 74° compleanno, propongo un approfondimento su uno dei siculo-americani più famosi, il grande regista Martin Scorsese .


Martin Charles Scorsese nasce a New York, il 17 novembre del 1942, figlio di Luciano Charles Scorsese e di Catherine Cappa, originari entrambi del Lower East Side di Manhattan. I nonni del regista, sia paterni che materni, erano immigrati italiani originari, rispettivamente, di Polizzi Generosa e di Ciminna (entrambi comuni della provincia di Palermo), giunti negli Stati Uniti agli inizi del XX secolo. Dopo i primi anni di vita trascorsi nel Queens, la famiglia Scorsese, in seguito a controversie con il proprietario della casa dove vivono in affitto, si vedono costretti a tornare a Manhattan, in Elizabeth Street, una delle vie principali della cosiddetta "Little Italy", quartiere dove Scorsese vive una travagliata adolescenza a causa del suo forte asma e della sua piccola stazza, che non gli permettono di inserirsi nelle gang della zona.

Parallelamente a questo suo emarginamento sviluppa una passione per il cinema, in particolare quello neorealista e western, e una forte credenza religiosa, arrivando a dire che gli unici luoghi in cui si sentisse davvero a suo agio fossero la chiesa e il cinema. L'asma gli procurò non pochi problemi, impedendogli anche di praticare attività sportive. Non possedendo una cinepresa, il giovane Scorsese realizza storyboard di film immaginari fin dalla pre-adolescenza, mostrando i disegni solamente al suo migliore amico.
Verso il 1956 studia per diventare prete, ma cambia presto idea non riuscendo a conciliare la vita di religioso con i propri ritmi, e nel 1960 si iscrive al corso di cinematografia della New York University, dove dirige i suoi primi cortometraggi in 16 mm.
I maggiori successi cinematografici della sua carriera sono:
Taxi Driver, film del 1976, un'immersione nella mente distorta di un reduce dal Vietnam che non riesce a reinserirsi nella società a causa degli orrori vissuti durante la guerra; rappresentato come una
discesa all'inferno è gran parte frutto del periodo di forte depressione vissuto da Schrader il quale ha riversato nella sceneggiatura tutte le sue ansie e insicurezze, portate in maniera cupa, nitida e sperimentale da Scorsese sullo schermo. Acclamato da critica e pubblico come un capolavoro fin dalla sua prima apparizione, è considerato uno dei film cardine della New Hollywood oltre che uno dei più disturbanti, radicali e rappresentativi dei cupi anni che stava passando non solo l'America ma gran parte del mondo occidentale, venendo all'unanimità considerato come uno dei più grandi film realizzati. Nel ruolo del protagonista fu scelto Robert De Niro, ed il film vinse la Palma d'oro al Festival di Cannes del 1976 aggiudicandosi anche quattro nomination ai Premi Oscar, lanciando il nome di Scorsese fra i registi più promettenti della sua generazione.

Toro scatenato, film del 1980 con Robert De Niro, la biografia del pugile italoamericano Jake LaMotta. Toro scatenato, girato per ragioni artistiche interamente in bianco e nero, divenne in breve un vero e proprio film cult, nel quale Scorsese riversò tutta la sua sofferenza realizzando il film che ha definito il suo stile radicale, aggiudicandosi due Premi Oscar, al miglior attore protagonista e al montaggio di Thelma Schoonmaker, e facendo uscire il regista dal limbo nel quale era precipitato. Toro Scatenato è considerato tra le pietre miliari del cinema statunitense, inserito al quarto posto nella classifica dei migliori film statunitensi di tutti i tempi dall'American Film Institute.

Nel 1986 Scorsese gira un film su commissione: Il colore dei soldi, con Paul Newman e Tom Cruise, sequel de Lo spaccone a 25 anni di distanza dal film originale. Il film frutta a Paul Newman l'Oscar al miglior attore ma viene generalmente considerato come uno dei film meno personali di Scorsese nonostante il grande successo di pubblico all'uscita al cinema.

Uno dei progetti che il regista sognava di fare fin dagli anni settanta era quello di fare un film sulla vita di Gesù basato sul libro L'ultima tentazione di Cristo di Nikos Kazantzakis, libro contestato dai religiosi più convinti per il suo descrivere Gesù come una divinità ma prima di tutto come un uomo, il quale più volte è sul punto di cedere alla tentazione di vivere come una persona normale e di rifiutare il destino predispostogli da Dio. Nel 1983 sembrava poter essere possibile fare il film, ma la Paramount rifiutò di produrlo a seguito delle polemiche da parte di associazioni cattoliche. Il sogno di Scorsese si avverò nel 1988 quando adattò per il grande schermo il romanzo a patto però di usare un budget modesto, il quale ha determinato una veloce realizzazione del film e un mancato completamento di tutte le intenzioni del regista. Il film che ne venne fuori provocò un grande scandalo: L'ultima tentazione di Cristo.

Nel 1991 Scorsese realizzò Cape Fear - Il promontorio della paura, remake dell'omonimo film del 1962 con protagonista ancora una volta Robert De Niro, nel ruolo di un fanatico che perseguita un avvocato e la sua famiglia per averlo condannato al carcere per quattordici anni, a causa di uno stupro. Nonostante i toni più commerciali della pellicola Scorsese non rinuncia a inserire le proprie tematiche come le religiosità e il peccato anche in questo film, ottenendo un grande successo al box office ma al tempo stesso di critica, facendo guadagnare a De Niro la sua ultima nomination agli Oscar come miglior attore e lanciando la giovane Juliette Lewis.


Nel 2002 dopo varie vicissitudini esce Gangs of New York. Girato quasi interamente nei maestosi set di Cinecittà, definito da Scorsese stesso come uno degli ultimi grandi kolossal realizzabili in studio, prima della totale supremazia del cinema digitale. Ridotto a quasi tre ore rispetto alle otto ore originali, il film ha incontrato problemi in produzione esaurendo il budget quando ancora dovevano essere terminate le riprese, costringendo Scorsese e una piccola parte della troupe a girare in grande velocità senza più gli attori principali sul set, e incontrò parecchie problematiche anche in fase di montaggio. Il risultato del film è un'epopea epica, violenta e analizzatrice degli istinti degli uomini che hanno forgiato l'America, nata e cresciuta su violente battaglie fra bande per la supremazia sul territorio. Il film è la prima collaborazione fra Scorsese e Leonardo DiCaprio, oltre che seconda collaborazione del regista con Daniel Day-Lewis. Guadagnandosi dieci nomination agli Oscar non ne vinse nemmeno uno, sancendo comunque un ritorno di Scorsese a grandi produzioni.

Nel 2004 è la volta di The Aviator, film basato sulla vita della leggenda di Hollywood Howard Hughes, per il quale il protagonista Leonardo DiCaprio ha vinto il Golden Globe come miglior attore e Cate Blanchett l'Academy Award come migliore attrice non protagonista. Anche in questo caso si è trattato di una produzione imponente, costato 110 milioni di dollari, ad oggi il film più costoso di Scorsese, premiato con 5 Oscar, di cui 4 in categorie tecniche: miglior fotografia (Robert Richardson), miglior montaggio (Schoonmaker), miglior scenografia (Ferretti-Lo Schiavo), migliori costumi (Sandy Powell). Il film scarnifica la vita di Hughes mostrando tutte le sue paure e ossessioni, come il disturbo ossessivo-compulsivo, esibendo le sue manie di grandezza molte volte irrazionali, ma senza criticarle o elogiarle, mostrando come una persona capace di grandi cose non riesca a capire quando fermarsi, e volando troppo in alto finisce per bruciarsi, proprio come il protagonista del film.

Nel 2006 Scorsese torna a realizzare un film ad ambientazione gangster: The Departed, remake del film di Hong Kong del 2002 Infernal Affairs. Il film gioca sul ruolo dei due protagonisti, Leonardo DiCaprio, un poliziotto infiltrato nella cosca mafiosa di Frank Costello (interpretato da Jack Nicholson) e Matt Damon, viceversa, un infiltrato nella polizia che riferisce a Costello in anticipo le mosse delle forze dell'ordine. Per questo lavoro Scorsese riceve il suo primo Oscar come miglior regista e la pellicola viene premiata anche come miglior film, sceneggiatura non originale (a William Monahan) e montaggio (sempre alla Schoonmaker).

Anche se difficilmente leggerà questo post, voglio fargli gli auguri di buon compleanno, augurandomi che continui a regalarci le sue magnifiche storie ancora per tanti anni.

HAPPY BIRTHDAY MR. SCORSESE

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